LA TRACCIA DIBASILEA NEL SUO CONTESTO TEDESCO-LATINO: ASPETTI CODICOLOGICO, PALEOGRAFICO E FILOLOGICO
Резюме: В статье анализируется т.н. «Базельский фрагмент», обнаруженный в 1974 г. в немецкой рукописи, хранящейся в университетской библиотеке Базеля.
Кодикологическое исследование рукописи позволяет прийти к выводу, что текст, состящий из двух строк, написан носителем прусского языка (или носителем немецкого языка, хорошо знавшим прусский) и возможно представляет собой древнейший памятник прусского языка, поскольку другой ранний памятник прусского языка, т. н. «Эльбинг-ский словарь» не имеет точной датировки.
Ключевые слова: прусский язык, памятники прусского языка, «Базельский фрагмент».
Descrivere compiutamente il microtesto (variamente definito, ma per lo pm) conosciuto come “Basel Epigram” - denominazione alla quale qui si preferisce “Traccia di Basilea”1 o semplicemente “TB” -costituisce un’operazione piuttosto complessa, dal momento che rende necessario un approccio multidisciplinare, vale a dire la lettura della testimonianza attraverso punti di vista assai diversi tra loro: codicologico, paleografico, filologico e linguistico.
Questa circostanza si deve essenzialmente:
• alle caratteristiche linguistiche specifiche del microtesto;
• a quelle, assai problematiche, che caratterizzano il prussiano, idioma al quale la lingua attestata in TB sembra sia riconducibile;
• al contesto piuttosto intricato nel quale la testimonianza oggi si trova fisicamente.
Per datare TB e tentare di collocarla nello spazio, infatti, si dimostra primaria e imprescindibile un’indagine di natura codico-logica e paleografica. Viceversa, al fine di comprenderne corretta-
1 Circa la denominazione del microtesto nei termini di “Traccia di Basilea” cfr. Dini (2004).
mente il significato, l’esame linguistico (paralinguistico e pragmatico oltreche morfosintattico), risulta ovviamente prioritario2.
L’analisi su pm fronti e quindi la varieta di prospettive di volta in volta adottate rende opportuno presentare i risultati dello studio di TB in pm fasi consecutive, reciprocamente collegate, ma ciascuna dotata di una propria individualita e indipendenza.
In questo primo contributo, dopo un inquadramento generale e una sintetica presentazione dell’oggetto di studio, si focalizzera l’attenzione quasi esclusivamente sugli aspetti non linguistici che riguardano la Traccia di Basilea.
Degli studiosi che fino ad oggi si sono occupati di TB, sembra che soltanto William R. Schmalstieg e Jos Schaeken (oltre a chi scrive) abbiano visto il manoscritto originale. Tutti gli altri (ad eccezione forse di Knut Olof Falk3) pare si siano basati sul facsimile in scala di grigi e di scarsa qualita presentato nel primo studio pubblicato sull’argomento (McCluskey, Schmalstieg, Zeps 1975) o su quello di definizione un po’ migliore presentato in Schmalstieg (1974).
In queste pagine e in quelle che ad esse seguiranno si affrontano numerose questioni di carattere paleografico e codicologico. Volendo far si che, per quanto e possibile, il lettore:
• abbia la possibilita di verificare le tesi qui sostenute;
• guadagni una certa indipendenza di giudizio sugli argomenti trattati;
• disponga di uno strumento che gli consenta di (ri)leggere e valutare in maniera pm adeguata gli studi fino ad oggi prodotti su TB
sono stati inseriti nel testo (tra parentesi quadre) rinvii alle fotografie dei documenti sui quali di volta in volta verte la discussione4. Tali riproduzioni5, a colori e di discreta qualita6, sono liberamente accessibili all’indirizzo7 www.diegoardoino.it
2
Pressoche tutti gli studiosi che hanno indagato TB si sono concentrati quasi esclusivamente sulla facies linguistica della testimonianza. Gli unici ad aver assunto una prospettiva pm ampia sono Purkart (1983), Schaeken (2GG3a; 2GG3b) e Dini (2GG4).
Cfr. Stundzia (1996) e Sinkeviciute, Stundzia (2GG1). Il prof. Bonifacas Stundzia mi ha riferito di aver trovato nell’archivio di Falk una riproduzione a colori di TB.
4 Per chi scrive si tratta di un’operazione rischiosa. Egli, infatti, espone molte delle sue tesi a verifica immediata e presta il fianco a critiche e osservazioni in misura assai maggiore di quanto accadrebbe se, invece,
01. Che cos’e la Traccia di Basilea?
Kayle rekyfe-Eg • koyte • poyte-
thoneaw labonache thewelyfe Nykoyte • penega doyte •
Si tratta di due righi [fig. 66, 67] redatti in un dialetto baltico (verosimilmente una varieta di Prussiano o un idioma ad esso molto vicino), in calce ad uno scritto8 del matematico, astronomo e filosofo
evitasse di collegare alla discussione di ciascun punto il relativo e puntuale riscontro iconografico. All’autore di queste righe, tuttavia, non interessa tanto (mostrare di) “aver ragione”, quanto piuttosto cercare di chiarire dei problemi. Proprio per questo, al fine di gettare nuova luce su TB, il ricorso a riproduzioni a colori (meritoriamente inaugurato da Jos Schaeken 2003a/b), nonostante il suo “costo”, si ritiene irrinunciabile.
5 Se non diversamente indicato, esse sono state effettuate da chi scrive. A questo proposito ringrazio sentitamente il personale dell’ Abteilung Handschriften und Alte Drucke dell’ Offentliche Bibliothek der Universitat Basel e in particolare il Dr. Ueli Dill e il Dr. Dominik Hunger, per avermi permesso di pubblicare le immagini a corredo di queste pagine.
La “bonta” delle riproduzioni spesso non dipende (soltanto) dalla cura del singolo studioso, bensi da una serie eterogenea di condizioni molte volte da lui indipendenti. Chiunque frequenti archivi e biblioteche, infatti, ben conosce le difficolta (non solo di ordine economico ma soprattutto -e paradossalmente- di ordine pratico) legate all’ottenimento di fotografie o scansioni che abbiano determinate caratteristiche qualitative (peraltro ottenibili, dal punto di vista operativo, attraverso operazioni assolutamente ordinarie laddove non addirittura banali).
7 Un sito web dedicato a TB in realta esiste gia e si deve a Jos Schaeken (l'indirizzo attuale e http://www.schaeken.nl/lu/research/online/editions/baselepigram/ tuttavia e sufficiente digitare su un qualunque motore di ricerca “Old Prussian Basel Epigram” per avervi accesso). Si tratta di una pagina interessante e assai utile che raccoglie numerose riproduzioni a colori a corredo dell’articolo cartaceo. Benche abbiano adottato un’impostazione pressoche identica, lo studio di Schaeken e quello che qui si presenta giungono a risultati molto diversi, circostanza che pud rendere interessante confrontarli.
8 Si tratta delle Questiones super quattuor libris metheororum, una sorta di commentario dei pexeropoXoyiKa di Aristotele, citati da Oresme nella traduzione latina di William of Moerbecke.
francese Nicola Oresme (1323?—1382) conservato nell’Handschrif-tenabteilung der Universitatsbibliothek Basel [fig. 42, 43].
Piu precisamente essi compaiono nel Folium 63r del codice F.V.29 subito dopo il colophon (datato 5/6 gennaio 1369), ai lati di un disegno e immediatamente prima dell’indice (registrum o tabula quaestionum) dell’opera di Oresme.
Si tratta di una testimonianza molto particolare e di grande fascino che, nonostante la sua brevita -o forse proprio a causa di essa-, pone una serie di problemi (soprattutto di carattere linguistico) di non facile soluzione.
Per un’informazione preliminare seguono tre autorevoli proposte di traduzione10:
To your health, sir! You are not a good fellow,
If you want to drink and do not want to pay money
McCluskey, Schmalstieg, Zeps (1975)
Sveikas pone! Tu nebe geras dedelis,
jeigu nori tu gerti, [bet] ne[be]nori tu pinigq duoti
(Maziulis 1975)
Salve, o Herr! Du bist wohl nicht mehr unser Vater (Vaterchen).
Wenn ich trinken will, willst du kein Geld geben.
(Schmid 1982)
02. La scoperta
Nel 1974 Stephen Clement McCluskey, dottorando in storia della scienza presso l’Universita del Wisconsin in Madison, studiando i microfilm11 di alcuni manoscritti contenenti le Questiones di Nicola Oresme12 , al termine di una copia dell’opera il cui originale era (ed
9 La segnatura F.V.2 identifica un codice cartaceo, miscellaneo, confezio-nato nella seconda meta del XVo secolo, di dimensione 289x 213 mm, che in 140 carte raccoglie diverse opere d’argomento filosofico.
10 La traduzione proposta da Maziulis (1975) sostanzialmente concorda con quella suggerita in McCluskey, Schmalstieg, Zeps (1975) ed e stata cosi resa in italiano da Dini (1997, 407):
Salve signore, tu non sei [ormai piu] un buon(ino) zietto,
Se vuoi-tu bere [ma] non vuoi-tu [ormai piu] denari dare
11 Si tratta ovviamente di riproduzioni in bianco e nero.
12 McCluskey stava lavorando alla sua tesi di dottorato (McCluskey 1974) che consisteva nell’edizione, traduzione e commento di parte del terzo libro
e tuttora) conservato a Basilea, noto due righi ai lati di un disegno che seguiva il colophon dell’opera di cui si stava occupando.
Incuriosito dal microtesto e non riuscendo a comprenderne la lingua, si rivolse al dipartimento di linguistica della sua universita. Li sottopose i due righi all’attenzione di Valdis Juris Zeps, professore di linguistica (di origine lettone), che riconobbe in essi un’attestazione in Prussiano, ne forni una prima traduzione e informo del ritrovamento W. R. Schmalstieg, baltista della Pennsylvania State University.
A McCluskey si deve la scoperta del microtesto, la sua trascrizione e la descrizione della pagina e del codice nel quale esso si trova. Zeps e Schmalstieg si occuparono degli aspetti linguistici e prepararono l’articolo13, nel quale la nuova scoperta venne battezzata col nome di “Basel Epigram”14 .
03. Perche questi due righi sono importanti?
L’importanza di TB puo essere sintetizzata in due punti: la lingua che reca e la datazione attribuitagli15.
1) Si ritiene che questi due righi siano scritti in Prussiano e cio costituisce di per se un fatto significativo almeno per due ragioni:
• l’esiguo corpus linguistico del Prussiano verrebbe accresciuto di una nuova testimonianza;
• mentre pressoche tutti i monumenti linguistici prussiani ad oggi noti sono traduzioni (a fronte) di un testo tedesco,
delle Questiones super quattuor libris metheororum di Nicola Oresme. McCluskey, professore di storia presso la West Virginia University dal 1976 fino al 2GG6, e ora emerito. Cfr. http://www.as.wvu.edu/~scmcc/
13 “An announcement of the discovery was made on 18th May 1974 at the meeting of Baltic linguistics (...) of the Fourth Conference on Baltic Studies, University of Illinois at Chicago Circle” (McCluskey, Schmalstieg, Zeps 1975, 159).
14 Non tutti gli aspetti riguardanti la scoperta di TB e la sua pubblicazione erano chiari: al fine di diradare ogni dubbio mi e parso opportuno contattare direttamente lo scopritore. Il prof. McCluskey, con grande sollecitudine e cortesia ha avuto la gentilezza di ripercorrere le tappe della scoperta e della pubblicazione di TB qui brevemente compendiate, permettendo cosi di chiarire definitivamente il quadro. A lui vanno i miei pm sentiti ringraziamenti.
15 Questo secondo aspetto suggerisce che uno studio che riguardi soltanto la facies linguistica di TB risulta incompleto.
effettuate da tedeschi 16, TB non sembra essere una versione, percid, a differenza degli altri Sprachdenkmaler, potrebbe costituire un’attestazione “diretta”, cioe priva del “filtro” tedesco e quindi scritta da un madrelingua1 .
18
2) Fino ad oggi pressoche tutti gli studiosi hanno applicato a TB la data indicata nel colophon che la precede (5/6 gennaio 1369). Se cid fosse vero, non essendo al momento possibile verificare la datazione attribuita al cosiddetto Vocabolario di Elbing 19, TB costituirebbe non soltanto la piu antica testimonianza linguistica ad oggi nota in lingua prussiana, ma, piu in generale, anche la prima attestazione di un dialetto baltico.
04. TB nel suo contesto
Al fine di ottenere un quadro d’insieme della pagina, si procede ora ad una rapida descrizione del Folium 63rv, distinguendo le diverse componenti in esso individuabili:
1) Nella prima colonna termina lo scritto di Oresme con le seguenti parole [fig. 01]:
16 Questa circostanza fa si che la traduzione prussiana risulti strettamente vincolata all’originale tedesco e quindi restituisca una lingua in qualche misura “artificiosa”, cioe priva della naturalezza e della fluidita di un testo autonomo, redatto da un madrelingua. L’ Enchiridion, vale a dire la testimonianza che piu di tutte sembrerebbe evidenziare una dimensione morfosintattica di un certo respiro, in realta e una traduzione letterale del testo tedesco a fronte (effettuata in ogni caso da un tedesco, sebbene coadiuvato da un interprete) e, soprattutto dal punto di vista sintattico, rivela una lingua spesso stentata, incerta e priva di spontaneita . Sembra cioe davvero poco probabile che, in condizioni normali, e cioe nella conversazione e nella produzione spontanea della lingua, la sintassi del prussiano si articolasse in maniera tanto simile a quella del tedesco.
7 Si tratta di un punto particolarmente spinoso e di grande importanza. Alcuni indici potrebbero far pensare anche ad un tedesco che avesse senz’altro una buona familiarita ma forse anche una discreta competenza del prussiano. Questo aspetto, tuttavia, verra discusso nel dettaglio in un contributo ad esso dedicato.
18 L’unica eccezione sembra essere Purkart (1983)
19 Il Vocabolario di Elbing e stato datato agli inizi del XV secolo (Nesselmann 1868). Dal 1945, tuttavia, se ne sono perse le tracce, percid al momento e impossibile eseguire ulteriori verifiche sulla datazione attribuitagli.
“...dicimus quod tale animal habitet in igne et sic est finis questionum oren super metheororum ad honorem dei gloriosi amen deo gracias”
2) Segue l’explicit in scrittura distintiva [fig. 01, 25]: “Expliciunt questiones metheororum”
3) Troviamo quindi il colophon (nel quale si nota una correzione piuttosto vistosa) chiuso da un esametro formulare 20 [fig. 01, 25]:
“Anno domini millesimo cococo fexagesimo nono finite sunt que ftiones metheororum per manus illius qui scripsit eas et c in vigilia epiphanie per manus illius qui scripsit eas Omnibus omnia non mea sompnia dicerepossum amen” 21
4) Alla sottoscrizione segue il disegno di un uomo che sventola una banderuola nella quale e scritto in tedesco [fig. 23, 24] “ihs ich
leid”22
5) Ai lati del disegno compare TB [fig. 24, 26, 27, 66, 67]:
“Kayle rekyfe• thoneaw labonache thewelyfe •
Eg • koyte • poyte • nykoyte • penega doyte • ”
6) Poco sotto inizia la tabula quaestionum, una sorta di indice degli argomenti trattati nello scritto di Oresme. Essa venne in un secondo momento ricalcata [fig. 01, 23].
“Registrum quatuor librorum metheororum Vtrum possibile sit de inpressionibus metheoroloycis haberi scientiam simul et opinionem ?... ”
La tabula termina nella seconda colonna del folium 63v con queste parole [fig. 02]:
“ Vtrum in quolibet mixto dominetur terra vel aqua 62 Et tantum de questionibus methororum magistri •NOrem deo gracias”
7) In calce alla pagina compaiono due glosse che spiegano, in tedesco, altrettante parole latine [fig. 01]:
20
Si tratta di un esametro stereotipato ricorrente in numerose sottoscrizioni.
21 “Nell’anno del Signore 1369 e stata terminata la copia delle dispute sui fenomeni meteorologici attraverso le mani di colui che scrisse queste ed altre opere durante la notte/vigilia dell’Epifania attraverso le mani di colui che scrisse queste (scil. questiones) Non posso esprimere a tutti tutti i miei sogni amen”.
22 “Gesu, io soffro”.
“Nota exalare vfi mchen uel spiritum emittere uel mori.
Exalare vf mchung”
8) Seguono in calce a 63v due glosse: una in tedesco e l’altra in latino [fig. G2]:
“Stilla ein troph.
Stillicidium estparua stilla”
05. L’importanza del contesto nella lettura di TB
L’importanza di TB si lega dunque alla lingua che veicolerebbe (=Prussiano) e alla datazione attribuitale (1369). Delle questioni specificamente linguistiche si discutera altrove; qui basti dire che delle undici parole delle quali consiste il microtesto, nel corpus prussiano sono stati rintracciati paralleli pm o meno stretti (ma comunque abbastanza sicuri) per dieci di esse. Soltanto <thoneaw>,
nonostante le numerose ipotesi interpretative avanzate, rimane a tutt’oggi piuttosto oscura.
Applicando il significato dei paralleli prussiani noti alle singole forme attestate in TB, si ottiene un messaggio abbastanza chiaro e coerente, che evidenzia un intento ironico e canzonatorio23, caratteristica quest’ultima, riconosciuta pressoche da tutti gli
24
interpreti .
In ogni caso, prima di affrontare e approfondire la facies linguistica del microtesto, occorre dare una risposta ad alcune domande preliminari compendiabili in tre punti:
1) La data indicata nel colophon (1369) e davvero applicabile anche a TB?
2) Perche TB e stata inserita nel luogo in cui si trova? A chi si rivolge? Perche ha carattere ironico?
3) Chi puo aver scritto il microtesto? Dove?
L’osservazione dei rapporti tra TB e alcune altre parti del folium
63rv consente di sciogliere questi nodi (in particolare i primi due) e cosi di delineare con una certa sicurezza la cornice entro la quale si colloca il microtesto25.
1) La data riportata nel colophon (5/6 gennaio 1369) non puo essere applicata tout court a TB. La mano che redasse il microtesto, infatti, e sicuramente diversa da quella che introdusse la sottoscrizione ed e senza dubbio posteriore. Al momento non si riesce a datare con precisione l’ingresso di TB26: in termini assoluti si
23
Cio che continua ad essere piuttosto discussa e in realta l’interpretazione morfosintattica delle singole forme.
24 Le opinioni iniziano a divergere allorche ci si interroghi sulla causa di tale ironia: a chi sia rivolta e quale sia il messaggio reale celato dal significato letterale di TB.
25 La discussione dettagliata dei singoli punti verra affrontata altrove.
26 Con tutte le cautele necessarie (soprattutto riguardo alle singole tecniche analitiche adottabili -e quindi alle loro caratteristiche, ai margini di errore e ai loro limiti, questioni che qui non possono essere discusse-), non si puo escludere la possibilita di circostanziare ulteriormente (anche in termini assoluti) la collocazione cronologica di TB. Attraverso l’applicazione di alcune tecniche di analisi proprie della chimica analitica, infatti, si potrebbe individuare l’inchiostro col quale e stata scritta TB in altri luoghi datati del codice F.V.2 (o dei suoi “gemelli” F.V.1G e F.I.11, la cui rilegatura e identica a quella del codice F.V.2) e quindi riuscire a precisare l’ingresso del microtesto. In realta la collocazione temporale di TB potrebbe essere particolareggiata anche qualora in qualche altro luogo datato o databile con sicurezza del codice F.V.2 (o dei suoi cognati) si ritrovasse l’inchiostro col
pud dire soltanto che il microtesto e stato scritto sicuramente dopo il 5/6 gennaio del 1369 e prima del periodo che va dal 1460 al 1480 27. In termini relativi TB e stata inserita posteriormente al colophon e al disegno “parlante” che la precedono ma anteriormente alla prima stesura del registrum. La dimostrazione della seriorita di TB rispetto alla data fino ad oggi perlopiu attribuitale (5/6 gennaio 1369) ne rimette in discussione lo status di testimonianza piu antica in seno al corpus linguistico prussiano e, piu in generale, baltico. Ad oggi, infatti, non pud essere dimostrata la sua maggiore antichita rispetto al Vocabolario di Elbing.
2) Non e casuale che TB sia stata inserita proprio intorno al disegno “parlante” (che del colophon costituisce una sorta di appendice iconica). La causa dell’ingresso del microtesto nella pagina, infatti, e ravvisabile proprio nel disegno e in cid che “dice” (“ihs ich leid”). TB e quasi certamente un proverbio o un modo di dire (difficilmente si pud pensare a una creazione estemporanea) indirizzato con intento canzonatorio a chi stese la sottoscrizione e si raffigurd triste e afflitto nella figura. Credo sia plausibile immaginare una situazione di questo tipo: un lettore, verosimilmente di giovane eta, si imbatte nella pagina, vede il disegno, legge il messaggio nella banderuola e, preso da un irrefrenabile istinto, di getto e quasi senza pensarci, risponde al disegno, inserendo TB proprio intorno ad esso. Egli difficilmente sarebbe riuscito ad esprimere il proprio pensiero in maniera tanto sintetica, rapida ed efficace senza attingere ad una
quale e stato scritto il registrum o quello col quale, tempo dopo, esso e stato ricalcato.
27 La filigrana a forma di “p” della carta di guardia del codice F.V.2 [fig. 09, 46, 68, 69] sulla base di numerosi specimina presentati nei repertori (Piccard 1983, lettera “p” vol. VIII nr. 264, 275, 501 etc.), e databile tra gli anni Sessanta e Ottanta del Quattrocento e rimanda ad un areale compreso tra la Germania sud occidentale e la Svizzera nord occidentale [cfr. fig. 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65]. E quindi evidente che:
• la confezione della legatura e quasi certamentete posteriore al 1460;
• TB entrd nella pagina parecchi anni prima rispetto alla data di confezione del volume.
Quest’ultima affermazione e giustificata da un’osservazione di tipo stratigrafico. Nella parte bassa della carta 63r e evidente un tallone [fig. 80; 01]. Esso ricopre la ricalcatura del registrum, cid significa che quando il volume fu confezionato la tabula quaestionum era gia stata “riscritta”. Essa venne ricalcata presumibilmente alcuni anni dopo la sua inserzione e TB e stata inserita senza dubbio anteriormente all’introduzione del registrum (o al massimo contestualmente ad essa).
struttura preconfezionata e pronta all’uso. Ma probabilmente non si e trattato di una scelta. Spesso, infatti, e la semplice associazione di idee -di per se inconsapevole- a far sovvenire in determinate circostanze un proverbio o un modo di dire, strutture peraltro spesso caratterizzate anche da una tessitura ritmica ben definita, ricca di simmetrie e figure di suono, caratteristiche che conferiscono all’adagio una certa “artisticita”, ad un tempo agevolandone il ricordo e favorendone un rapido recupero nella memoria allorche si presenti un’occasione adatta al suo utilizzo. E proprio tale istintiva e inconsapevole immediatezza a suggerire che la lingua madre di chi insert TB e probabilmente proprio quella attestata nel microtesto28.
Il carattere ironico-canzonatorio di TB si lega all’eccessivo patetismo veicolato dal disegno parlante. L’autore del disegno, infatti, anziche suscitare la compassione e quindi la partecipazione dell’interlocutore al suo sconforto, avendo “sovraccaricato” il messaggio e avendolo cosi reso grottesco, sortisce un effetto diametralmente opposto, destando l’ironia e il sarcasmo dei lettori. Chi insert TB, insomma, si rivolge all’autore del disegno parlante quasi a dirgli: “Caro mio, prima scegli un lavoro che, e evidente, offre dei vantaggi e ora ti lamenti tanto scompostamente degli incon-venienti che esso comporta? Taci, o almeno esprimi la tua insoddisfazione in modo pm decoroso”.
Si e detto che l’autore del disegno provoca l’ironia e il sarcasmo dei lettori (al plurale), perche al messaggio veicolato dal disegno non ha reagito soltanto la mano che insert TB. Sulla figura, infatti, nel corso del tempo sono intervenute pm mani diverse2 . La ricalcatura dei fianchi, l’intervento sui bottoni (la loro parziale introduzione/riscrittura) e il tratteggio in rosso3G (anch’essi frutto
28
Cfr. pero quanto si dice nella nota 17.
29 Ad esse si deve l’inserzione dei bottoni (o almeno di alcuni di essi) sulla veste, la ricalcatura dei fianchi della figura e i ritocchi di colore rosso che sulla fronte, sui capelli e sulla mano sembrano alludere al sangue e quindi ad una dimensione anche fisica del dolore [fig. 23, 24, 25]. Il messaggio di sofferenza espresso dal disegno, quindi, viene ulteriormente sovraccaricato, evidentemente a scopo derisorio. Il primo rubricatore, insomma, prende in giro chi si e raffigurato nel disegno, mostrando -se non si tratta della stessa persona- le stesse intenzioni di chi introdusse TB.
G Nella pagina 63 si ritrovano due tipi di rosso. Quello pm vivo compare esclusivamente sul testo di Oresme e sul disegno parlante [fig. G1, 23, 25], fatto che sembra suggerire che la prima operazione di rubricatura sia stata effettuata anteriormente all’ingresso nella pagina del registrum. La rubricatura pm scura, invece, si riscontra soltanto nella tabula quaestionum
della reazione all’eccessiva pateticita della figura) [fig. 23, 24], infatti, non si devono sicuramente all’opera di una sola persona (sebbene sia al pari poco probabile ipotizzare che ciascun intervento rimandi necessariamente ad una mano differente). Sulla pagina, dopo l’ingresso del disegno parlante, e verosimile che siano stati effettuati degli interventi “a blocchi” da parte di professionisti della scrittura. Quest’ipotesi suggerirebbe da un lato l’identificazione dell’estensore di TB in uno di essi, dall’altro l’attribuzione alla mano che ha inserito TB anche di qualche altro dispositivo presente all’interno della pagina31.
3) Quanto detto finora suggerisce di pensare all’estensore di TB come ad una persona di giovane eta, verosimilmente un professionista della copiatura32, cioe chi si occupava di completare l’ opus scriptorium, dotandolo di alcuni dei piu comuni dispositivi complementari di cui il copista disponeva: rubriche, indici, scritture distintive etc. Uno studente avrebbe avuto verosimilmente possibilita di intervento sul codice piu limitate rispetto ad un copista/ lavorante di biblioteca; inoltre, una sua eventuale inserzione avrebbe potuto piu facilmente essere identificata e quindi stigmatizzata.
In ogni caso chi introdusse TB conosceva certamente il tedesco (legge <ihs ich leid>) e probabilmente aveva il Prussiano (o un dialetto baltico ad esso vicino) come lingua madre33. E piuttosto improbabile riuscire a individuare con precisione il luogo, la zona nella quale TB fu inserita; tuttavia la cooccorrenza di alcuni34 indici
e intorno a TB [fig. G1, 23]. Mentre il rosso vivo interviene massicciamente sul disegno, quello scuro si limita a rubricare <Kayle> e a “isolare” TB, ponendola tra due lievi righe rosse -peraltro facendo attenzione a non sovrapporsi al disegno (si riscontra una lieve sovrapposizione soltanto in corrispondenza della parola <nykoyte>)-. Gli interventi in rosso si devono quindi a due rubricatori diversi, che unitamente alla rubricatura e verosimile che abbiano inserito nella pagina qualche altro dispositivo: il registrum, la sua ricalcatura, l’explicit in scrittura distintiva, le glosse e forse anche TB.
31 Insomma, chi ha inserito TB puo aver scritto anche la tabula quaestionum e/o l’explicit in scrittura distintiva e/o le rubricature nella tonalita pm viva di rosso. Parimenti, alla mano che ha ricalcato il registrum potrebbero attribuirsi le glosse e/o le rubricature in rosso scuro. Entrambe queste mani potrebbero inoltre essere intervenute pure sul disegno. Per fugare ogni dubbio e chiarire definitivamente il quadro, basterebbe anche in questo caso effettuare alcune analisi chimiche sugli inchiostri.
32 Verosimilmente un lavorante di scriptorium o di biblioteca.
33
Cfr. tuttavia quanto si dice nella nota 17.
34 Essi verranno presentati e discussi altrove.
suggerisce che l’inserzione di TB abbia verosimilmente avuto luogo
in ambiente tedescofono, tra la Germania sud occidentale e la
Svizzera35.
Bibliografia
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Schaeken 2003b - Schaeken J. The Old Prussian Basel Epigram (http://www.schaeken.nl/lu/research/online/editions/baselepigram/).
L’osservazione paleografica non aiuta a identificare il luogo in cui TB fu inserita. Essa semmai potrebbe dare informazioni circa la provenienza di chi insert il microtesto, vale a dire circa il luogo in cui si utilizzava la grafia che l’estensore di TB imparo ed utilizzo. Le ricerche di Boockmann (1971) e Birziska (1987) -che ad esempio dal 1459 al 1706 rintraccia almeno 68 lituani che avrebbero frequentato l’Universita di Basilea- indicano una certa mobilita degli studenti provenienti dalle regioni linguistiche baltiche gia dall’epoca medievale, soprattutto verso le universita tedesche, ma non solo. In forza di cio non stupisce pm di tanto il ritrovamento di glosse in lingue baltiche anche al di fuori del loro dominio linguistico. Insomma, sembra evidente che chi introdusse TB verosimilmente proveniva dalla regione prussiana o dai suoi dintorni; che poi egli abbia inserito il microtesto a Basilea, a Ulm, a Colonia o ancora altrove in fondo non sembra essere cosi rilevante.
Schmalstieg 1974 - Schmalstieg W. R. An Old Prussian Grammar: The Phonology and Morphology of the Three Catechisms. University Park-London, The Pennsylvania State University Press.
Schmid 1982 - Schmid W. P. “Jesus, ich leid” // Linguistics Scientis Collectanea. Ausgewahlte Schriften von Wolfgang P. Schmid, anlaBlich seines 65. Geburtstages / Becker J., Eggers E., Udolph J., Weber D (eds.). S. 287-290.
Sinkeviciute 2001 - Sinkeviciute D. Stundzia B. Prusq onimq
germanizavimo tyrimai K. O. Falko rankrasciuose // Baltistica, XXXVI (1). P. 53-60.
Stundzia 1996 - Stundzia B. Prusistika K.O. Falko rankrastiniame palikime // Baltistica, XXXI (1). P. 93-99.
Diego Ardoino. The Trace of Basel in its German-Latin context: codicological, palaeographic and philological aspects
The Trace of Basel (“Traccia di Basilea” or “TB”) was discovered in 1974 in a fifteenth century manuscript preserved in the University Library of Basel.
The importance of this record can be summarized in two points: the language attested in it and the dating ascribed to it.
It is believed that these two lines are written in the Old Prussian; this is significant, bearing in mind both the scarcity of the Old Prussian linguistic corpus and the peculiarities of the Old Prussian language itself.
Up to now the date ascribed to TB by the scholars has been the one attested in the colophon, which immediately precedes the record (5/6 January 1369).
If this were true, since the dating of the Elbing Vocabulary is not verifiable, TB would be the oldest record known in the Old Prussian and, at the same time, the most ancient written text in a Baltic dialect.
The paper shows that the Trace of Basel is subsequent to the date generally attributed to it (1369), clarifies the relationships between the various parts of the folium 63rv and identifies the cause for which TB was inserted in its present location..
It is also suggested to view the author of the record as a native Prussian speaker or as a German native speaker with a certain competence of Prussian, and to locate the place where TB was inserted in the page within a German-speaking area, between the south-western Germany and Switzerland.