Научная статья на тему 'La predicazione esegetica di Kirill Turovskij: lo Slovo o rasslablennom'

La predicazione esegetica di Kirill Turovskij: lo Slovo o rasslablennom Текст научной статьи по специальности «Языкознание и литературоведение»

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Ключевые слова
predicazione medievale slava orientale / Kirill Turovskij / Slovo o rassla blen nom / citazioni bibliche / tradizione liturgica / tradizione patristica / восточнославянская средневековая проповедь / Кирилл Туровский / “Слово о расслабленном” / библейские цитаты / литургическая традиция / патристи- че ская традиция

Аннотация научной статьи по языкознанию и литературоведению, автор научной работы — Francesca Romoli

Scopo del presente saggio è la disamina delle funzioni delle citazioni bibliche nello Slovo o rasslablennom (Sermone sul paralitico) di Kirill Turovskij (1130–1182), finalizzata alla verifica della validità e stabilità del ‘modello funzionale’ esem plato dallo Slovo na verbnoe voskresen'e (Sermone per la domenica delle palme) dello stesso autore. L’analisi del testo mostra che entrambe queste prediche si dis costano dal ‘mo dello funzionale’ condiviso dalle prediche del vescovo Luka Ži djata († 1059), del metropolita Nikifor I († 1121), dell’igumeno Moisej († 1187) e del vescovo Se rapion Vladimirskij († 1275) in ragione della loro finalità esege tica prevalente. Per la suddetta finalità, che si esprime in una particolare funzione ‘esegetico-litur gi ca’ delle citazioni bibliche, queste prediche richiamano piuttosto il modello esegetico patristico. Posta la mediazione litur gica della tradizione patristica, l’autrice indivi dua un esempio concreto di tale modello nell’Omelia 36 di Giovanni Crisostomo sul Vangelo di Giovanni.

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Экзегетическое проповедничество Кирилла Туровского: Слово о расслабленном

Статья посвящена исследованию функций библейских цитат в “Слове о расслабленном” Кирилла Туровского (1130–1182) и нацелена на проверку основательности и стабильности той “функциональной модели”, которая была выведена нами ранее из “Слова на вербное воскресенье” того же автора. Анализ показывает, что обе этих проповеди отталкиваются от “функцио нальной модели”, характерной для проповедей епископа Луки Жидяты († 1059), митрополита Никифора I († 1121), игумена Моисея († 1187) и епископа Сера пиона Владимирского († 1275), поскольку имеют общую основную экзегетиче скую цель. Эта цель достигается при помощи особой “литургико-экзегетической” функции библейских цитат, что сближает модель данных проповедей с моделью патристической экзегезы. С учетом посреднической роли литургии и литургических книг в 36-й “Беседе” Иоанна Златоуста на Евангелие от Иоанна был обнаружен конкретный пример такой модели.

Текст научной работы на тему «La predicazione esegetica di Kirill Turovskij: lo Slovo o rasslablennom»

La predicazione esegetica

di Kirill Turovskij: lo

Slovo o rasslablennom

Francesca Romoli

Universita di Pisa, Pisa, Italia

Экзегетическое проповедничество Кирилла Туровского:

Слово о расслабленном

Франческа Ромоли

Пизанский университет, Пиза, Италия

Abstract

Scopo del presente saggio e la disamina delle funzioni delle citazioni bibliche nello Slovo o rasslablennom (Sermone sul paralitico) di Kirill Turovskij (1130-1182), finalizzata alla verifica della validita e stabilita del 'modello funzionale' esempla-to dallo Slovo na verbnoe voskresen'e (Sermone per la domenica delle palme) dello stesso autore. L'analisi del testo mostra che entrambe queste prediche si discostano dal 'modello funzionale' condiviso dalle prediche del vescovo Luka Zidjata (+ 1059), del metropolita Nikifor I (+ 1121), dell'igumeno Moisej (+ 1187) e del vescovo Serapion Vladimirskij (+ 1275) in ragione della loro finalita esegetica prevalente. Per la suddetta finalita, che si esprime in una particolare funzione 'esegetico-liturgica' delle citazioni bibliche, queste prediche richiamano piuttosto il modello esegetico patristico. Posta la mediazione liturgica della tradizione patristica, l'autrice individua un esempio concreto di tale modello nell'Omelia 36 di Giovanni Crisostomo sul Vangelo di Giovanni.

Parole-chiave

predicazione medievale slava orientale, Kirill Turovskij, Slovo o rasslablennom, citazioni bibliche, tradizione liturgica, tradizione patristica

Резюме

Статья посвящена исследованию функций библейских цитат в "Слове о расслабленном" Кирилла Туровского (1130-1182) и нацелена на проверку

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основательности и стабильности той "функциональной модели", которая была выведена нами ранее из "Слова на вербное воскресенье" того же автора. Анализ показывает, что обе этих проповеди отталкиваются от "функциональной модели", характерной для проповедей епископа Луки Жидяты (+ 1059), митрополита Никифора I (+ 1121), игумена Моисея (+ 1187) и епископа Серапи-она Владимирского (+ 1275), поскольку имеют общую основную экзегетическую цель. Эта цель достигается при помощи особой "литургико-экзегетической" функции библейских цитат, что сближает модель данных проповедей с моделью патристической экзегезы. С учетом посреднической роли литургии и литургических книг в 36-й "Беседе" Иоанна Златоуста на Евангелие от Иоанна был обнаружен конкретный пример такой модели.

Ключевые слова

восточнославянская средневековая проповедь, Кирилл Туровский, "Слово о расслабленном", библейские цитаты, литургическая традиция, патристи-ческая традиция

Premessa

I risultati che sono emersi da una recente indagine incentrata sullo Slovo na verbnoe voskresen'e (Sermone per la domenica delle palme) di Kirill Turovskij (1130-1182, vescovo dal 1169) sembrano far registrare un progresso nello studio della tradizione scrittoria del medioevo slavo orientale. Per la sua voca-zione esegetica, infatti, lo Slovo richiama il modello esegetico patristico, of-frendo una testimonianza indiziaria della sussistenza, nell'ambito della predicazione slava orientale dei primi secoli, di una suddivisione pratica fra prediche con una prevalente elaborazione esegetica e prediche con una finalita eminentemente didattico-correttiva, che apparentemente riecheggia la suddivisione bizantina fra omelie esegetiche e omelie festive, e lato sensu quella occidentale fra 'omelia' e 'sermone' [Romoli 2016c]1. Nel presente saggio e mia intenzione sviluppare ulteriormente la pista di ricerca che si e cosí delineata, sottoponendo a indagine una seconda predica dello stesso autore e intraprendendo conte-stualmente un tentativo di individuazione di un esempio concreto del modello esegetico patristico di riferimento.

1. Le funzioni delle citazioni bibliche nella predicazione di epoca kieviana

Dallo studio delle prediche che la tradizione manoscritta attribuisce al vescovo Luka Zidjata (| 1059), al metropolita Nikifor I (| 1121), all'igumeno Moisej (| 1187) e al vescovo Serapion Vladimirskij (| 1275) e emerso che queste opere, apertamente orientate all'ortoprassi, sono animate da un'intenzione

1 Sulla predicazione bizantina si puo consultare [Cunningham, Allen 1998]; su quella occidentale [Kienzle 1993; De Reu 1993; Valente Bacci 1993]. Per la distinzione fra omelia' e 'sermone' si rimanda a [Sachot 1994].

morale di carattere didattico-correttivo che si realizza nell'attualizzazione della parola di Dio e nell'attuazione del suo potenziale metamorfico, e si esprime in una struttura funzionalmente unitaria. Le citazioni bibliche, pertanto, costituiscono il fulcro del loro funzionamento, servendo ora da guida alla comprensione e all'interpretazione dei sensi del discorso (funzione ermeneu-tica), ora da pungolo all'ortoprassi (funzione pragmatica), ora da elemento di raccordo con la tradizione liturgica (funzione liturgica) [Romoli 2009; EADEM 2014]2.

Lo Slovo na verbnoe voskresen'e contraddice questo 'modello funzionale' in ragione della finalità esegetica che è posta alla sua base. Ferma restando la centralità della componente biblica, la specificità dell'opera risiede in par-ticolare nel rapporto fra predica e liturgia e nell'approccio alla liturgia: al suo interno, infatti, lungi dal servire da mero elemento di raccordo con le cele-brazioni, le citazioni bibliche liturgiche sono rese oggetto di specifica esegesi, determinando i contenuti del discorso, la loro elaborazione e strutturazione. Il funzionamento del testo è dunque regolato da una specifica funzione 'esege-tico-liturgica' delle citazioni bibliche, cui si affiancano le funzioni ermeneutica e pragmatica, che invece si dimostrano stabili nel confronto con le prediche del corpus [Romoli 2016c].

Assumendo come ipotesi di lavoro che anche questo secondo 'modello funzionale', esemplato appunto dallo Slovo na verbnoe voskresen'e, possa avere valore tipologico, mi propongo qui di verificarne validità e stabilità attraverso la disamina delle funzioni che le citazioni bibliche svolgono nello Slovo o rasslablennom (Sermone sul paralitico)3.

2 Sulla finalità pragmatica della tradizione scrittoria di epoca kieviana si vedano [Зееманн 1993; Garzaniti 1998; Гардзанити 2014]. Posta l'intenzione didattico-correttiva ('perlocutoria' o 'attuativa' in termini di pragmatica linguistica) che anima il predicatore e si realizza attraverso il ricorso intenzionale e sistematico a una varietà di stilemi ed espedienti retorici, la predica puo essere considerata un macro-atto linguistico [Austin 1988; Conte 1977; van Dijk 1980]. Sulla correlazione fra retorica e pragmatica linguistica si rimanda a [Venier 2008]. Sul ruolo delle Scritture e le funzioni delle citazioni bibliche nella civiltà letteraria slava ecclesiastica si puo consultare [Garzanti, Romoli 2013], con la bibliografía ivi citata. La funzione primaria di una citazione biblica, che puo parimenti ammetterne di secondarie, consegue direttamente dal contesto comunicativo entro il quale è inserita ed è univocamente determinabile a partire da quello.

3 Si adotta qui l'edizione [Еремин 1958: 331-335] (poi riprodotta in [Колесов, Понырко 1997: 190-199, 615-616]), che si basa sul ms. RNB, Tolstoj, I.39, XIII sec., ff. 16-23. Per un inventario delle opere attribuite a Kirill Turovskij, per notizie sulla tradizione manoscritta e a stampa delle stesse e sulla sua vita si vedano [Творогов 1987; Колесов, Понырко 1997], con la bibliografia ivi citata. Fra gli studi dedicati alla produzione letteraria di Kirill Turovskij che affrontano, fra le altre, la questione del rapporto con le Scritture si ricordano, a titolo di esempio, oltre al classico [Сухомлинов 1858] (a cui si deve l'identificazione della maggior parte delle citazioni bibliche presenti nella sua opera), [Рогачевская 1989a; eadem 1989б; eadem 1992; EADEM 1995; Franklin 1991; Наумов 1991; Двинятин 1995; Lunde 2001]. Il volume collettaneo [Lunde 2000] raccoglie saggi incentrati su vari aspetti dell'opera

1.1. Le funzioni delle citazioni bibliche nello Slovo o rasslablennom 1.1.1. La funzione 'esegetico-liturgica'

La citazione della pericope Gv 5: 1-15 instaura un legame univoco, reso stabile da ulteriori riferimenti liturgici (cf. infra), fra lo Slovo o rasslablennom e la Fe-sta del paralitico (primo ciclo liturgico, quarta domenica dopo Pasqua), manifestando la destinazione liturgica del discorso4. L'approccio esegetico alla me-desima pericope palesa invece la natura del testo e ne realizza la finalità, determinando la strutturazione e l'elaborazione dei contenuti al suo interno. Cosí, nell'expositio e all'inizio della tractatio thematis è enunciato il tema biblico dello Slovo (o paслaбленtмь), definito il suo scopo (побесЪдуим), demar-cato il contesto liturgico della sua declamazione (ныня, днесь) ed esplicitata la fonte della citazione diretta di Gv 5: 1 (глaгoлеть бо евaнгелист), che apre la serie espositivo-interpretativa:

Ныня же о paслaбленЪмь побесЪдуим, его же днесь сaм Бог въспомянул [. . .] его же ныня Xp^TO^ блaгый человЪколюбець, словомь ицЪли: вpaчь бо есть дyшaм шшим и тЪлом, и слово его дЪломь бысть [. . .] Глaгoлеть бо евaнгелист: "Възиде Исус в Иеpyсaлим, в пpепoлoвление жидoвьскa пpaздь-никa" [ЕРЕМИН 1958: 331].

L'accenno al potere salvifico del Verbo fatto carne, di cui la guarigione del paralitico attraverso la parola è prefigurazione, preannuncia i contenuti della tractatio thematis, alludendo al doppio livello di significato che in essa si esprime (cf. § 1.1.2). Qui, in particolare, la pericope giovannea, che costituisce l'ossatura biblica e tematica dell'intero discorso, è elaborata secondo un paradigma logico-retorico costruito sull'alternanza fra esposizione degli eventi della storia biblica (hypotyposis, con o senza drammatizzazione), e loro inter-pretazione esegetica (epexegesis, con o senza drammatizzazione). Cosí, la citazione diretta di Gv 5: 2-4 richiama le guarigioni per immersione che acca-devano nella vasca di Betzaetà per intervento di un angelo:

Того paди пpи мнозЪ пpиде нapoдЪ к Соломони вoдoдьpьжи, иже нapицaеть-ся Вифездa, сиpЪчь Овьчa купЪль, понеже ту пологаху [sic! - F. &] жьp-твьных овець yтpoбы. Шд симь бЪ хpaм, пять пpитвop имЪя, и ту лежaше множьство болящих, хpoмых же и слЪпых, и инЪми недугы болящеи, чaюще

di Kirill Turovskij, ivi compresa un'analisi dei contenuti dello Slovo o rasslablennom [Двинятин 2000], parimenti indagati in [Кожынава 1988]. Nell'ultimo decennio, la figura di Kirill Turovski e le sue opere sono state poste al centro di nuove indagini. Si segnalano qui, senza pretesa di esaustività, le relazioni a conferenze internazionali [Мильков 2007; Бедина 2013], e i saggi [Баранкова 2010; eadem 2011; Макеева 2009; eadem 2010; Мильков 2011].

4 La verifica della destinazione liturgica del testo è stata condotta sulla traduzione slava del Typikon del patriarca Alessio Studita [Пентковский 2001: 265-267] e del Triodo pasquale [Триодь 1992]. Il dato trova conferma sia nel Typikon della Grande Chiesa [Mateos 1963: 119], sia nel Lezionario Vangelo [Garzaniti 2001: 484].

движения водЪ; ангел бо господень приходя въмущаше воду, и по возмущении первое вълЪзый цЪл бываше [Еремин 1958: 331-332].

Il commento esplicativo a questa citazione ravvisa nelle suddette guarigioni la prefigurazione del santo battesimo, illustrando l'affinità fra queste due realtà in termini di antithesis: se, infatti, la discesa dell'angelo nella vasca sanava il corpo di un solo malato una sola volta all'anno, la discesa dello Spirito nel fonte battesimale sana ogni giorno il corpo e l'anima di molti, manifestando l'infinita potenza di Dio:

Си же бЪ образ святаго крещения: понеже не всегда вода та ицЪляше, нъ егда ю ангел възмутяше. Ныня же к крещения купЪли сам ангелскый владыка Святый Дух приходя освящает ю и даеть сдравие душам и тЪлом, и грЪхом очищение; аще кто слЪп есть разумомь, ли хром невЪриемь, ли сух мнозЪх безаконий отчаяниемь, ли раслаблен еретичьскымь учениемь — всЪх вода крещения съдравы творить. Она купЪль многы приимающи, а единого ицЪ-ляше, и тоже не всегда, нъ единою лЪта, — а крещения купЪль по вся дьни многы оживляющи съдравы створить; к крещению бо аще и всея земля при-дуть человЪци, не умалиться божия благодать, всЪм дающи ицЪление от грЪ-ховных недуг [Еремин 1958: 332].

Questa esegesi costituisce un ulteriore elemento indiziario ai fini dello svela-mento del doppio livello di significato dello Slovo (cf. § 1.1.2); la stessa esegesi rappresenta inoltre uno degli 'indici liturgici' supplementari che recano con-ferma della destinazione liturgica del discorso, riecheggiando in particolare il mattutino della Domenica del paralitico:

a .1 I/ f \ V .1 V г* Г /->->/ ->1/ / If

Bz кУпёль нногдд овчУю дгглъ с^ожддше, / и едннаго нсцэлеваше на всякое лёто:

//» г» / / I -> / / л г г

крещсшемх же кжественнымъ нынэ шчнщдетъ / кезчнсленнаА множес тва хртосъ

(Kanon o rasslablennom, glas 3, pesn' 1)5.

Лгглъ ^kw гднь, на всякое лёто с^ождлА, / водУ въ кУпёлн возмУщаше, со/ / ->/ Г » / 'с4- Г Г / /(Ч-

вершдА здрава едннаго точ1ю: / хртосъ же множество кезчнсленное кжтвеннымх крещешемъ спаслетъ (irmos).

Il paradigma logico-retorico che informa questo passo, con la citazione diretta e il commento di alcuni versetti della pericope giovannea, occorre anche nella variante con drammatizzazione. La citazione diretta di Gv 5: 5-7, con l'interro-gazione e la replica del paralitico, e con l'enunciazione delle ragioni della sua mancata guarigione - РьцЪм же о господни благодати, како приде к Овчи

5 Qui e oltre, per il testo delle celebrazioni della Domenica del paralitico si fa riferimento all'edizione [Триодь 1992]. Sulla scia di S. P. Sevyrev, che richiamava l'attenzione sui possibili modelli innografici dell'omiletica di Kirill Turovskij, A. I. Ponomarev indica questo passo, insieme a un secondo che segnaleremo, come probabile fonte di ispirazione dello Slovo [Пономарев 1894: 191].

купЪли, и видЪ человЪ^ paслaбленa, долго вpЪмя нa oдpЪ в недузЪ ле-жaщa, и въпpoси его глaгoля: "Хощеши ли сдpaв быти?" - "Ей, pече, Господи! ХотЪл бых, нъ не имЪю человЪ^, дaбы по възмущении aнгелoвЪ въвеpгл мя бы в купЪль" [Еремин 1958: 332] -, è resa esplicita nel suo si-gnificato anagogico proprio dalla rielaborazione in termini di drammatizza-zione e con accumulatio di riferimenti biblici dei medesimi versetti (Gv 5: 5-7[8]).

Per il paralitico, infatti, lo stato di infermità che lo affligge è il giusto castigo inflittogli da Dio per i peccati e le passioni che hanno leso le sue membra e offeso la sua anima: ecco che allora l'invocazione dell'aiuto di Dio cade ina-scoltata (Sal 38[37]: 5, citazione diretta), i rimedi dei medici si dimostrano inef-ficaci (cf. Lc 8: 43), la sua condizione suscita disprezzo (cf. Gb 2: 7), vergogna, derisione (cf. Sal 69[68], passim), il corpo è prostrato per la fame (cf. Lc 16: 21) e la nudità (cf. Gen 3); qualsiasi possibilità di aiuto viene meno: Enoch ed Elia sono stati rapiti in cielo (cf. Gen 5: 24, 2[4] Re 2: 11), Abramo e Giobbe hanno guadagnato la vita eterna (cf. Gen 25: 8, Gb 42: 17) e nessun altro è rimasto fedele a Dio (cf. Sal 14[13]: 3-4), avendo peccato anche Mosè (cf. Nm 20: 7-12) e Salomone (cf. 1[3] Re 11: 1-13; 2[4] Re 23: 13; Ne 13: 26) [Еремин 1958:

332-333].

Le lamentazioni del paralitico suscitano il biasimo di Cristo, che ne argo-menta l'inconsistenza richiamando ora l'incarnazione che compie la profezia veterotestamentaria (cf. Is 53: 4-12), è sacrificio (cf. Mt 20: 28), strumento di salvezza (cf. Gv 3: 17) e deificazione dell'uomo (Sal 82[81] : 6, citazione diretta), ora il creato che è stato posto al servizio dell'uomo (cf. Gen 1), il compimento della promessa resa ad Abramo (cf. Gen 21: 12, Gen 22: 16-18), lo sgorgare delle acque nel deserto (Is 35: 6, citazione diretta) e la promessa resa agli asse-tati (cf. Mt 5: 6), ora, infine, la resurrezione di Lazzaro (cf. Gv 11) [Еремин 1958:

333-334].

Come si mostrerà, la citazione diretta di Gv 5: 8, che si innesta in questa drammatizzazione, rende manifesta la funzione ermeneutica dell'elemento biblico, svelando il doppio livello di significato dello Slovo, già anticipato dal-l'allusione al potere salvifico dell'incarnazione e dall'esegesi di Gv 5: 4 (cf. supra e § 1.1.2). Il rimprovero che Cristo rivolge al paralitico, rielaborazione dram-matizzata del dialogo trasmesso appunto da Gv 5: 6-8, costituisce inoltre un ulteriore 'indice' della destinazione liturgica dello Slovo, ricordando nel suo incipit il grande vespro della Domenica del paralitico, come emerge dal confronto fra i passi di seguito riportati:

И си вся от уст paслaбленaгo слышaв, блaгый ташь вpaчь Господь Исус Xp^ стос отвЪш^в к paслaбленoмy: "Что ^шлеши: ЧеловЪ^ не имaм"? Аз тебе paди человЪк бых, — щедp и милостив, не оългав об^га моего въчеловЪчения [Slovo o rasslablennom; Еремин 1958: 333].

v » -> / н r M / \ / I' / / \

и л^е оумилосердивсл. cncz, глдголетъ kz нем»: / теке ради человёкъ кывъ, / теке

/ г i г i i г if v / \v

ради bz плоть шклеко^сл, / и глдголешн: человёкд не нмамъ: / возмн одръ

твой и ходи (Slava, glas 5; cf. [Пономарев 1894: 191]).

Il paradigma logico-retorico che presiede all'esposizione commentata di Gv 5: 1-8 evolve poi nel senso di una netta semplificazione. I versetti Gv 5: 9-15, che esauriscono la pericope giovannea ricavata dalla liturgia della Festa del paralitico, sono infatti attualizzati e resi intellegibili da una catena di citazioni di-rette intramezzate dalla drammatizzazione di alcuni episodi. Cosí, la citazione di Gv 5: 9 attualizza il miracolo della guarigione del paralitico: И скоро въскочи раслабленый с одра, съдрав всЬми уды телесе и силою мощьн, и възем носивъшаго и одра, посредЪ народа хожаше [Еремин 1958: 334]; la citazione di Gv 5: 10-11 - "Субота есть, и недостоить ти взяти одра" [. . .] "нъ иже мя есть створил цЪла, тъ мнЪ рече: «Въстани, възми одр свой и ходи!»" [ibid.] -, sottoposta a procedimento di drammatizzazione, rende manifesti lo sdegno dei giudei per il mancato rispetto del sabato e il bia-simo del paralitico per la loro malvagita; la citazione di Gv 5: 12-13 - ОтвЪ-щаша книжьници: "Кто есть он, иже тя створи ц'Ьла?". Носяй же одр не вЪдаше, Исусу уклоньшюся от народа [ibid.] -, seguita dalla drammatizza-zione di Gv 5: 15, esprime la richiesta dei giudei di conoscere l'identita del guaritore e la replica del paralitico, con l'esortazione a riconoscere il miracolo della sua guarigione; infine, la citazione di Gv 5: 14 - ОбрЪте же его пакы Исус в церкви и глагола ему: "Се цЪл еси, ктому [sic! - F. Я.] не съгрЪшай, да не горе ти что будеть" [ibid.: 335] -, introdotta dalla drammatizzazione di Gv 5: 12, narra dell'incontro con Cristo al tempio, con la comunicazione del miracolo e il monito a non peccare piu.

1.1.2. La funzione ermeneutica

La funzione ermeneutica6 e affidata nello Slovo alla citazione di Gv 5: 8, con l'esortazione rivolta al paralitico a prendere il suo lettuccio e camminare -"Въстани, възми одр свой" [Еремин 1958: 334] -, che, come si accennava, e funzionale alla drammatizzazione dei versetti Gv 5: 5-7 nella tractatio thematis (cf. § 1.1.1). Il doppio livello di significato del discorso consegue diret-tamente dal procedimento interpretativo adottato ai fini dell'esegesi di questa esortazione, che e resa attuale nei suoi contenuti ed esplicita nelle sue implica-zioni sulla base dello stesso paradigma logico-retorico fondato sull'alternanza fra hypotyposis ed epexegesis sopra enunciato. In particolare, la guarigione miracolosa del paralitico (senso letterale, storico) diventa per relazione tipologica di affinita prefigurazione (tútco?) del santo battesimo (senso spirituale, anagogico; allegoria in factis), richiamando l'allusione al potere salvifico

6 Questa funzione delle citazioni bibliche equivale a quella della "chiave biblica tematica"

nella definizione a suo tempo elaborata da R. Picchio [1977].

dell'incarnazione nell'expositio, il significato delle guarigioni a Betzaetà (Gv 5: 4) nella tractatio thematis (cf. § 1.1.1) e la valenza del monito a non peccare più (Gv 5: 14) nell'admonitio (cf. § 1.1.3): "да слышить мя Адам и обновиться ныня с тобою от истьлЪния, в тобе бо пьрваго преступления Евъжину клятву исцеляю" [ibid.]7. La citazione di Gv 5: 8 sviluppa cosí un doppio livello di significato in tutto il discorso, che poggia sull'equivalenza fra la ma-lattia del paralitico e il peccato originale, le parole che lo guariscono e il Verbo fatto carne, la sua guarigione e il sacrificio di Cristo per la salvezza dell'umanità, caricando la parenesi finale di evidenti implicazioni escatologiche (cf. § 1.1.3).

1.1.3. La funzione pragmatica

Nell'admonitio al paradigma logico-retorico su cui si fondano l'expositio e la tractatio thematis se ne sovrappone un secondo, costruito sull'alternanza fra avvertimenti di mali incombenti (paraenesis) e minacce di punizione (cata-plexis), che rende manifesta la funzione pragmatica (ortopratica) delle citazioni bibliche. In particolare, hanno valore di avvertimento l'allusione alla parabola del buon samaritano (Lc 10: 29-37) e l'allusione al monito di Gv 15: 22 che sono integrate nell'esegesi con drammatizzazione di Gv 5: 14 (che a sua volta richiama il doppio livello di significato dello Slovo, cf. § 1.1.2): il monito a non peccare rivolto al paralitico, infatti, è monito per tutti i battezzati, la guarigione del paralitico è redenzione del genere umano dal peccato originale attraverso il battesimo, Cristo è il buon samaritano che mostra compassione e si prende cura dei peccatori, ma guai maggiori sopraggiungeranno per chiunque pecchi avendone coscienza [Еремин 1958: 335]. Si risolve invece in un'accumulatio di minacce l'esegesi di Gv 15: 22, che prospetta la punizione per tutti i peccatori e per chiunque non abbia timore di Dio [ibid.].

2. Esegesi patristica e mediazione liturgica

Lo Slovo o rasslablennom, regolato nel suo funzionamento dalle diverse funzio-ni che le citazioni bibliche svolgono al suo interno, sembra convalidare i risul-tati emersi dalla disamina dello Slovo na verbnoe voskresen'e, richiamando con quello il modello esegetico patristico (cf. § 1.1). Posto il ruolo modellizzante dell'esegesi patristica, reso effettivo dalla mediazione liturgica degli scritti dei

7 Il santo battesimo è evocato anche dalla funzione liturgica della citazione di Sal 32(31):

9 - "Не будете яко конь и мъск, им же несть разума" [Еремин 1958: 334] -, che costituiva parte del rito battesimale. Cio conferma una volta di più la centralità della liturgia e della memoria collettiva (personale o comunitaria) nella definizione (e ai fini della comprensione) dei principi compositivi, dei meccanismi di funzionamento e di creazione di significato che regolavano la prassi scrittoria slava ecclesiastica. Sulla mediazione liturgica delle Scritture e sul concetto di 'memoria collettiva' (teorizzato da M. Halbwachs [1992] e sviluppato da J. Assmann [1992]), che M. Garzaniti ha applicato allo studio della cultura scrittoria della Slavia orthodoxa, si rimanda a [Daniil 1991; Garzaniti 1998; idem 2009; Гардзанити 2014; Garzaniti, Romoli 2013].

Padri, l'indagine della tradizione litúrgica puo allora conferire dimensione di concretezza al suddetto modello teorico, offrendo esempi di opere che lo esem-plano e che possono dunque essere state prese a modello nel processo di crea-zione di nuovi testi. La ricerca di possibili esempi di testi-modello sara qui condotta nell'ambito delle celebrazioni liturgiche della festa di dedica dello Slovo o rasslablennom. Eventuali riscontri positivi potrebbero permettere di valutare l'effettivo apporto dell'esegesi patristica alla sua compilazione.

2.1. Le celebrazioni della Domenica del paralitico: letture crisostomiane

In occasione della Domenica del paralitico, il Typikon studita prescriveva la lettura dell'Omelia 36 sul Vangelo giovanneo di Giovanni Crisostomo [nEHT-kobckhh 2001: 265; PG, 59: 203-208] (= [CPG 4425]). Lo studio comparativo di questa omelia e dello Slovo o rasslablennom ha permesso di stabilire che, pur conservando la propria 'originalita'8, lo Slovo ne ricalca sia la tipologia testuale, sia il procedimento esegetico generale e l'interpretazione particolare che essa offre della lezione evangelica resa oggetto di esegesi. Al pari dell'Omelia 36, infatti, lo Slovo mostra una finalita esegetica che si esprime nell'alternanza fra esegesi e parenesi, adotta il procedimento tipologico e interpreta le guarigioni a Betzaeta come prefigurazione del santo battesimo (cf. § 1.1). L'esegesi tipologica delle guarigioni a Betzaeta riecheggia in particolare il commento della citazione di Gv 5: 2-3 nell'Omelia 36:

tí? o t^? ftspansía? xpónoc, obzoc,; nalov -qplv ^uax^ptov aivíTTSTat, [. . .] Tí oüv saxiv o ÚTCoypá^si; "E^sÁÁs ^ánTta^a SíSoa^ai, noXX^v Súva^iv s^ov xal Swpsav ^syíaT^v, pánTta^a náaa? a^apTía? xa^aípov, xal avTi vsxpwv C&vTa? notoOv. Ka^ánsp oüv ¿v sixóvt, npoypá^STat TaOTa t^ xoÁu^^pa xal STÉpot? nXsíoat [PG, 59: 203]9.

Alcune delle caratteristiche che lo Slovo condivide con l'Omelia 36 sono comuni anche ad altre omelie crisostomiane dedicate al medesimo tema evangelico, in particolare alle Omelie 37 e 38 sul Vangelo Giovanneo [PG, 59: 207-212, 211220] (= [CPG 4425]) e all'omelia Sul paralitico [PG, 51: 47-64] (= [CPG 4370]): sono comuni a tutte la finalita esegetica con l'alternanza fra esegesi e parenesi e il metodo esegetico; comune alle Omelie 37 e 38 il procedimento di drammatiz-zazione. Considerata tuttavia l'effettiva mediazione esercitata dalle celebrazioni per la Festa del paralitico, le suddette analogie, che possono essere interpretate

8 Sotto questo rispetto, la produzione omiletica di Kirill Turovskij meriterebbe forse di essere valutata anche nel confronto con l'omiletica bizantina di epoca post-patristica.

9 "Cosa e, dunque, questo modo di cura? Quale mistero addita? [. . .] Che cosa mai e, dunque, questa descrizione? Stava per esser concesso il battesimo, pieno di virtu e grandissima grazia, il battesimo che lava via ogni peccato, che da morti rende vivi. Queste cose dunque sono descritte come in un'immagine nella piscina e in molte altre cose".

come il risultato di un'approccio imitativo al modello esegetico patristico, permettono di individuare un esempio concreto di tale modello proprio nell' Omelia 36, lasciando ipotizzare che questa omelia possa essere servita da te-sto-modello per lo Slovo o rasslablennom10.

Conclusioni

L'analisi dello Slovo o rasslablennom sembra comprovare la validité e la stabilità del 'modello funzionale' esemplato dallo Slovo na verbnoe voskresen'e, corroborando l'ipotesi che tale modello abbia valore tipologico e offrendo un'ulteriore testimonianza indiziaria della sussistenza nell'ambito della predicazione slava orientale di epoca kieviana di una suddivisione pratica fra prediche esegetiche e prediche 'didattico-morali'. In particolare, i risultati dell'analisi confermano che il funzionamento di queste prediche è regolato da una specifica funzione 'esegetico-liturgica' delle citazioni bibliche, che ne esprime la vocazione esege-tica. Ferme restando le funzioni ermeneutica e pragmatica delle citazioni bibliche, il rapporto fra predica e liturgia e l'approccio alla liturgia determina in-fatti la loro specificità nel confronto con le prediche 'didattico-morali' del corpus omiletico di riferimento, richiamando il modello esegetico patristico (§ 1). In questo ambito, considerata l'effettiva mediazione esercitata dalle cele-brazioni per la Festa del paralitico, è stato possibile individuare nell'Omelia 36 sul Vangelo giovanneo di Giovanni Crosostomo un esempio concreto di tale modello teorico, ipotizzando che la stessa possa essere servita da testo-modello per lo Slovo o rasslablennom (§ 2).

La pista di ricerca qui indagata necessita di essere ulteriormente percorsa, in primis attraverso la disamina delle altre prediche che la tradizione mano-scritta attribuisce a Kirill Turovskij. Si reputa auspicabile, in particolare, l'ul-teriore verifica del 'modello funzionale' cui si uniformano entrambi lo Slovo o rasslablennom e lo Slovo na verbnoe voskresen'e, e con essa la verifica dell'ipotesi, già al vaglio di chi scrive, che queste prediche, dedicate rispettivamente al-l'eucaristia e al battesimo, costituiscano parte di un ciclo omiletico incentrato

10 All'esegesi crisostomiana quale possibile fonte dello Slovo fanno riferimento sia [Пономарев 1894: 190-191], che ipotizza la mediazione dei Commenti ai Vangeli di Teofilatto di Ocrida, sia A. Vaillant [1950: 35-37], che rigetta tale ipotesi. A Vaillant [ibid.: 34-35] si deve inoltre l'identificazione di una serie di anacronismi e imprecisioni che, malgrado l'ispirazione patristica dello Slovo, ne provano l'"originalità" (fra questi

lo svelamento dell'identità di Cristo prima della guarigione del paralitico, la confusione del paralitico con l'emorroissa (cf. Lc 8: 40-56), della sua infermità con la piaga di Giobbe (cf. Gb 2: 7), della piscina di Betzaetà con il portico di Salomone cf. (Gv 10: 23), e l'anteriorità della resurrezione di Lazzaro cf. (Gv 11:1-44) rispetto alla guarigione del paralitico). Sull'esegesi scritturale di Giovanni Crisostomo e più in generale sulla scuola di Antiochia, di cui egli è considerato il massimo rappresentante, si puo consultare la sezione dedicata a L'esegesi del Crisostomo nel volume collettaneo [Crisostomo 2005]. Per una ricognizione delle traduzioni slave ecclesiastiche delle opere crisostomiane si veda almeno [Гранстрем et al. 1998].

sui sacramenti. Nell'ambito della mediazione esercitata dalla liturgia e dai libri liturgici, invece, sulla scia di alcuni studi recentemente avviati [Romoli 2016a; eadem 2016b], ci riserviamo di valutare l'apporto delle citazioni bibliche li-turgiche e patristiche trasmesse dallo Slovo o rasslablennom ai fini della ricosti-tuzione della memoria collettiva associata alla Festa del paralitico.

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Francesca Romoli

University of Pisa, Pisa, Italy

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Exegetical Preaching by Kirill Turovskij: The Sermon on the Paralytic

Abstract

Through the analysis of how biblical quotations function within the Slovo o rasslablennom (Sermon on the Paralytic) by Kirill Turovskij (1130-1182), the author aims at verifying the validity and stability of the "functional model" she previously deduced from the analysis of the same author's Slovo na verbnoe voskresen'e (Sermon for Palm Sunday). Textual analysis demonstrates that both writings differ from the functional model shared by sermons of Bishop Luka Zidjata (+ 1059), Metropolitan Nikifor I (+ 1121), Hegumen Moisej (+ 1187), and Bishop Serapion Vladimirskij (+ 1275) in that they pursue a chiefly exegetical aim. This aim, achieved through a particular "liturgical-exegetical" function of biblical quotations, recalls the patristic exegetical model. Given the liturgical mediation of Patristic literature, the author identifies a concrete example of such a model in Homily 36 on the Gospel by John Chrysostom.

Keywords

East Slavic medieval preaching, Kirill Turovskij, Slovo o rasslablennom, biblical quotations, liturgical tradition, Patristic tradition

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Dr. Francesca Romoli

Ricercatore confermato di Slavistica Università degli Studi di Pisa

Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica Via Santa Maria, 36 I-56126 Pisa Italia/Italy

francesca.romoli@unipi.it

Received May 24, 2016

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